29 novembre, 2011

Viaggio nell’anima di un artista

 
Luca Bonfanti, Ordine Divino
 Durante una delle serate Hambasciator promosse dal Grig restaurant ho avuto occasione di conoscere Luca Bonfanti. Giovane artista italiano, Bonfanti è riuscito lontano dalle accademie a seguire un suo percorso artistico assecondando il proprio naturale desiderio di esprimere le sue emozioni attraverso la posa del colore. Autodidatta, ha cominciato a lavorare in bottega (un termine che oggi neanche più si conosce) ascoltando gli insegnamenti di alcuni maestri e dando libero sfogo alla propria creatività. Dapprima spaziando nel mondo della fotografia artistica per poi trovare nella tela la sua più istintiva vocazione. Una passione che lo accompagna fin dall’inizio e che oggi lo ha portato a un notevole successo interiore e non solo.
Un artista che ha creduto nelle proprie passioni. Un esempio da dare ai giovani d’oggi…
Bonfanti: Partiamo da un piccolo presupposto che, come nei miei quadri esiste sempre una speranza una luce e un sogno, senza questi l'uomo non sarebbe più uomo e si consumerebbe anche l'anima. Detto questo tante volte guardando il mondo che mi circonda crollo nelle selve più oscure, frutto della nostra vita moderna, del consumo e del vivere in superfice. Spesso la mia speranza vacilla e tante volte non sono felice per la direzione alienante e senza valori che l'uomo moderno ha intrapreso. Quando arrivo nel fondo e ho scavato bene, ho la fortuna di rimbalzare e risalire, sopra l'esistenza dell'uomo, nelle vette più alte del sentire.
Forse per ridare speranza al mondo bisognerebbe cancellarlo per ricostruirlo, cosa che hanno sempre fatto le guerre. Però è anche vero che da sempre l'uomo è cosi, è ciclico ma da quel che sappiamo,  è anche vero che l'uomo è la negazione di se stesso e della storia perché ha sempre imparato ben poco dai suoi errori.
Quello che trattate nel blog, figli e ambiente, sono due argomenti che condivido perché anch’io credo in uno stretto legame tra uomo e natura. Credo in un Dio che è natura, gaia, uomo, matrix divina. Tutto è collegato e dona speranza, anche se l'arroganza e la stupidità dell'uomo moderno, crede di bastarsi e di poterne fare a meno, senza più valori, ideali, spirito e anima...siamo troppo impegnati a consumare come galline da uova, per produrre e correre.

Maltagliati: Lei è giovane e si è fatto da solo. Ha lasciato una fonte di guadagno più tangibile (la fotografia) per perseguire un sogno. Cosa l’ha spinta a inseguire la sua vera inclinazione in un mondo così complesso in cui è difficile emergere?

Bonfanti: Fondamentalmente non ho mai lasciato la fotografia per la pittura, penso sia lo sviluppo di un percorso esistenziale e di necessità, che faceva parte di me e del mio bramare alla vita. Penso che il mio dipingere di oggi abbia dentro la fotografia, come abbia dentro tanti e infiniti percorsi e vissuti del mio vivere quotidiano. Ho odiato e amato intensamente sia la fotografia che le mie opere pittoriche, è qualcosa che ho dentro di me da sempre, un richiamo ad andare oltre al vedere degli occhi. Ho sempre voluto credere in qualcosa di più grande e misterioso che accomuna tutti e che pochi soprattutto oggi vedono e sentono.
In realtà non ho inseguito un sogno, ho solo assecondato un mio sentire. Per me non è un sogno per me è riuscire a respirare e avere una mia nuvola quotidiana per sopravvivere all'orrore che mi circonda. Mi sono aperto con curiosità , amore e sincerità alla vita, senza troppi filtri e illusioni, ho scremato la gran confusione di messaggi urlati e deformanti che siamo costretti a vivere e subire tutti i giorni. Il mio sentire non mi ha mai portato a pensare di emergere o diventare famoso, quella è solo confusione, ciò che spinge un artista vero è la sincerità d'animo. Donare amore e emozioni è il mio sogno e il mio sentire che mi dà forza e spinta e creatività, una necessità di urlarlo all'uomo e al mondo, però in modo silenzioso. Un mettersi in discussione continuamente, avere l'insoddifazione del risultato ogni volta terminato un lavoro, non essere mai contenti se non per brevi periodi del mio risultato, perchè talmente l'opera che esce dovrebbe descrivere il divino e la sua magia, talmente mi sento di aver fatto poco per poter esprimere al meglio, le emozioni e il sentire alto di cui parlo, che subito mi sento di non avergli reso giustizia.
Il guadagno non è mai stato l'essenza del mio vivere e dei miei lavori, nemmeno con la fotografia, la spinta al tutto non deve arrivare da lì, perché si consumerebbe a breve e ci creerebbe un sacco di dubbi e incertezze....ma dal cuore...perché è solo donando con amore agli altri che questa forza creativa si rinnova, si alimenta e cresce quotidianamente, facendoti superare ogni difficoltà e ogni mondo complesso.

Maltagliati: Tra i giovani oggi è più importante l’iPhone piuttosto che una bella cultura o un interesse. Lei come avvicinerebbe i giovani all’arte o viceversa?

Bonfanti: Posso reputarmi ancora giovane? Forse sono un po’ in una terra di mezzo. Comunque diciamo che sono giovane e ho anche io l'iphone.
Questa penso sia una domanda difficile, andrebbe analizzata nelle sue radici sociali, penso che i giovani si trovino in un momento generazionale molto complesso, povero e difficile, che l'iphone come moda e abiti, servano loro solo per colmare un vuoto dell'anima e che purtroppo siano vittime di un sistema, marketing e di consumo forzato dai media, dal potere invisibile.
I giovani vanno riavvicinati alla vita e alle emozioni vere, hai legami umani ormai usurati dai social network. Per riavvicinarli all'arte, bisogna prima riavvicinarli alla vita, all'amore, all'amicizia a mordere la vita. Basterebbe.forse togliere il troppo, il tanto...non si brama più per ottenere le cose è tutto troppo a portata di mano.
Forse bisognerebbe anche insegnare ai nostri figli a sognare e a lasciarli bambini, senza costringerli a tante regole e a troppe ore di studio e a farli diventare grandi troppo in fretta ma ho la sensazione che anche qui ci siano i poteri invisibili che cercano di fidelizzare un cliente sin da piccolo.

Maltagliati: Quale messaggio darebbe ai giovani di oggi affinché non cadano nel baratro dell’inesistenza?

Luca Bonfanti, No problem
Bonfanti: Il consiglio che posso dare, anche se lo è ancora anche per me in mezzo a questa confusione e a questo mondo difficile, è quello di vivere la vita, viverla perché bella, donarsi, amare, tornare ai valori semplici. Lottare per non farsi ipnotizzare dai messaggi e dai modi e dalle azioni malvage, scarne, fatte di scorie emozionali...uscire di più e aggregarsi, meno internet, più relazioni umane e vere. Cercare di non volere tutto e subito, perché si toglie il gusto della conquista, sognare sempre e in continuazione, anche se utopici....e poi tanta cultura e arte, nelle sue più svariate e splendide forme. Perché l'arte fa si soffrire, ma dà tante soddisfazioni, ci dà coraggio, infonde nuovo senso alla vita, è magica e muove verso dio. Quindi scrivere poesie, dipingere, suonare, scolpire, cantare, danzare, recitare, può ridare spessore, gusto e senso al nostro vivere quotidiano...una buona alternativa all'affanno del consumare, che annoia e spegne.

1 commento:

Anonimo ha detto...

molto interessante l'articolo, appropriate le domande, speriamo che le risposte vengano lette dai giovani. continua così. l'arte ci porta alla cultura, la cultura ci porta all'arte.

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