31 gennaio, 2012

Italia, una Terra che scompare

Stando con i piedi per terra si fatica a credere, ma prendendo un po' il volo gli occhi si sgranano davanti a tanto grigiore.

L’Italia erosa dalle lobby del cemento e del mattone che fagocitano per sempre, al ritmo di 75 ettari al giorno, tesori naturalistici e paesaggistici, terreni agricoli  e spazi di aggregazione sociale che non saranno più restituiti all’ambiente e alla collettività.

Recita così il comunicato che mi è stato appena trasmesso contenente i dati del Dossier sul consumo del suolo “Terra Rubata – Viaggio nell’Italia che scompare” presentato oggi a Milano dalle due associazioni FAI e WWF. Ed è sconcertante sapere che nei prossimi 2 decenni la superficie occupata dalle aree urbane crescerà di circa 600mila ettari, pari ad una conversione urbana di 75 ettari al giorno,  raffigurabile come un quadrato di 6400 kmq.

L'indagine rivela che l'area urbana in Italia negli ultimi 50anni si è moltiplicata di 3,5 volte aumentando dal 1950 al 2000 di quasi 600mila ettari (oltre 33 ettari al giorno).

Il Dossier rimarca la piaga dell'abusivismo edilizio che dal 1948 ad oggi ha ferito il territorio con 4,5 milioni di abusi edilizi, quantificabili in 75mila l'anno e 207 al giorno. Ma ancora, i progetti delle grandi infrastrutture, che mettono a rischio 84 aree protette, 192 Siti di Interesse Comunitario  e 64 International Bird Area.

Un quadro pressoché allarmante, un'Italia fragile: circa il 70% dei Comuni è interessato da frane che, tra il 1950 e il 2009, hanno provocato 6.439 vittime tra morti, feriti e dispersi.

Per fermare questo consumo del suolo FAI e WWF si sono unite esponendo numerose proposte tra cui
  • severi limiti all’urbanizzazione nella nuova generazione di piani paesistici
  • censimento degli effetti dell’abusivismo edilizio
  • dare priorità al riuso dei suoli anche utilizzando la leva fiscale per penalizzare l’uso di nuove risorse territoriali
  • rafforzare la tutela delle nostre coste estendendo da 300 a 1000 metri dalla linea di battigia il margine di salvaguardia
  • difendere i fiumi non solo attraverso il rispetto delle fasce fluviali ma con interventi di abbattimento e delocalizzazione degli immobili situati nelle aree a rischio idrogeologico
Ma questi sono solo alcune delle proposte delle due associazioni. Si farà e si dovrà fare di più e il WWW invita i propri sostenitori e tutti i cittadini a denunciare on line con dei video i casi del consumo del suolo collegandosi a http://italiambiente.avoicomunicare.it e contribuendo così ad arricchire il progetto Italia@mbiente, da cui è stato tratto il primo “crowd-film” sullo stato di salute nel nostro Paese promosso da avoicomunicare di Telecom Italia e realizzato in collaborazione con il WWF e CinemAmbiente grazie alle segnalazioni della Rete.



Nessun commento:

Posta un commento