29 ottobre, 2013

Educazione sessuale a scuola

Poco più che 13enni parlano di sesso smaliziati e in totale libertà. Ma in realtà, all’atto pratico provano le stesse vergogne e imbarazzi e, soprattutto, la stessa ineducazione dei loro coetanei di due decenni fa. E’ questo il quadro emerso da una ricerca italiana condotta su circa 5mila diciottenni e recentemente discussa nel corso del congresso della Società Italiana di Urologia, nell'ambito della presentazione della nuova campagna educativa Pianeta Uomo promossa dalla SIU stessa.

Nonostante in rete e sui media televisivi  i ragazzi e le ragazze abbiano già visto di tutto, l’indagine ha rilevato che ben il 28% degli adolescenti non ha mai comprato un preservativo e solo 1 su 3 lo usa sempre durante i rapporti sessuali.
Inoltre fa specie sapere che la maggioranza di coloro che utilizzano il profilattico lo fa solo per evitare gravidanze indesiderate: solo 7 ragazzi su 100 sanno che è il metodo principale per prevenire le malattie trasmesse sessualmente.

Nei decenni scorsi davanti forse alle stesse percentuali non ci si stupiva più di tanto, perché i giovani di allora sapevano di non sapere, ma oggi con tutto quel popò di roba che si legge, si vede e si scopre sul sesso attraverso Internet e via dicendo non si può dire che i nostri giovani non siano informati.

Cosa allora non funziona? Sono forse male-informati? Come mai il 73% dei ragazzi (il 73%) non sa citare neppure le principali malattie trasmissibili sessualmente?

A fare qualcosa ci prova la Società Italiana di Urologia avviando il progetto educativo Pianeta Uomo. Un’iniziativa rivolta alla famiglia, alla scuole e alle istituzioni  per sensibilizzare gli uomini sui temi del benessere, anche sessuale.
Un percorso fatto di incontri con insegnanti, studenti e genitori, per affrontare con gli esperti  temi come la prevenzione, l’educazione sessuale, la vita di relazione e i rapporti all’interno della famiglia.

Il progetto non si prefigge tanto di insegnare l’atto fisico, ma di educare il ragazzo alla relazione con l’altro,  con sé stesso e la propria sessualità.
Mentre le ragazze a 18 anni sono più consapevoli e mature rispetto alla propria sessualità, i ragazzi stentano ancora a prendersi cura di sé rivolgendosi ad uno specialista. Infatti solo il 13% dei ragazzi sanno chi sia l’andrologo, specialista che invece dovrebbe essere consultato come il ginecologo per le ragazze.
Purtroppo lo studio della SIU conferma che 1 giovane su 3 ha una malattia andrologica che  in pochi minuti può essere diagnosticata e risolta bene senza conseguenze, intervenendo da giovani; trascurarle invece può significare andare incontro a problemi futuri non da poco, dalla sterilità alle disfunzioni sessuali.
Tante volte per vergogna o per pudore le mamme lasciano correre arrivando in molti casi all'adolescenza del ragazzo senza che sia mai stato realmente visitato. Quattordicenni che non vanno dal pediatra, non vanno dal medico di famiglia né tanto meno dall’andrologo. A questa età un punto di riferimento però potrebbe essere per il ragazzo il proprio padre che deve essere, oggi come oggi, aperto e disponibile ad ascoltare i figli facendo capire loro che bisogna  chiedere un consiglio al medico quando si ha il dubbio che qualcosa non vada per il verso giusto. Invece i ragazzi spesso finiscono con chiedere consiglio al Web esponendosi però a enormi rischi.


L’introduzione dell'educazione sessuale come materia scolastica fin dalla fine della scuola primaria potrebbe essere il primo passo per rendere più consapevoli i ragazzi della propria sessualità e argomento di confronti anche in famiglia.

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