13 settembre, 2012

Figli sotto antibiotici

Eccoci qui, di ritorno ormai dalle nostalgiche passeggiate ed escursioni nei luoghi freschi che quest'anno solo chi è andato un po' ad alta quota ha potuto godere...io fui! E così, Carichi o già Scarichi con questa settimana si sono anche riaperti i cancelli scolastici con bambini entusiasti chiamati all'appello, il cui entusiasmo con molta probabilità si andrà ad esaurire già con lunedì della prossima settimana.

Ma se ai genitori con figli più o meno già scolarizzati la ripartenza è stata pressoché indolore c'è chi ancora sta facendo i conti con permessi, nonni, tate e acrobazie varie per far fronte ai lunghi tempi (standard) di inserimento ai nidi e alle materne.
Eh già standard perché è così che sono i tempi di inserimento, almeno in quelli pubblici, dove il regolamento prevede le canoniche 2 settimane affinché il bimbo familiarizzi con l'ambiente e non subisca traumi irreversibili!

Due settimane...Ma come vengono stabiliti questi tempi di inserimento? Come al solito, anche in questo caso siamo all'estremo opposto. Se quelli della mia Classe sono stati piazzati all'asilo senza troppi preamboli oggi dobbiamo stare super attenti ed essere super genitori per non far subire al nostro pargolo possibili shock d'abbandono.
Assolutamente consenziente che oggi ci sia più attenzione alle esigenze del bambino è altrettanto verosimile che forse, se vogliamo davvero ascoltare la piccola creatura, è meglio pensare ad inserimenti a questo punto più personalizzati, su misura. E se mio figlio nel giro di una settimana fosse già pronto per passare l'intera giornata all'asilo, e se invece mio figlio avesse bisogno di un'ulteriore settimana per ambientarsi?
Super attenti, super protettivi per tirar su super figli? E se rischiassimo così di renderli ancor più fragili? E' un po' come ricorrere troppo spesso agli antibiotici...non credete?

Nessun commento:

Posta un commento