Piccoli adolescenti crescono. Questo il titolo della prima serata del ciclo Le serate di psicoINFORMAZIONE,
organizzate dagli psicologi del progetto Spazio
Psy con l’obiettivo di favorire lo sviluppo di una cultura del benessere
psico-fisico delle persone creando degli spazi e dei luoghi dove potersi
confrontare e poter riflettere.
La
prima serata è stata quindi dedicata al complesso rapporto tra genitori e figli
preadolescenti. Gli psicologi, il dr. Claudio Colombo e la dr.ssa Elisa Spini,
insieme a un piccolo gruppo di partecipanti, hanno osservato e descritto i
grandi cambiamenti che caratterizzano questa fase di crescita, che porta i
ragazzi a lasciare l’infanzia e ad addentrarsi nell’adolescenza. Ma che cosa cambia
nei ragazzi e nelle ragazze nel periodo che va dai 10 ai 14 anni?
A
illustrarci le argomentazioni emerse durante il dibattito è la dr.ssa Elisa Spini,
autrice di questo testo.
I
GRANDI CAMBIAMENTI
Tra
i 10 e i 14 anni, sappiamo tutti che il fisico
assume una nuova forma e acquisisce delle nuove funzioni di tipo sessuale, con
la comparsa dei caratteri sessuali secondari. Sicuramente quelli fisici sono i
cambiamenti più evidenti e di cui si conoscono meglio i tempi e le
caratteristiche, ma è emerso come sia fondamentale non trascurare quelli che
avvengono sul piano cognitivo, che
dotano i ragazzi e le ragazze di nuove abilità per relazionarsi con il mondo.
Scoprono la dimensione della possibilità,
grazie alla quale possono pensare a se stessi e a ciò che sono o non sono, e
anche a ciò che potranno essere in futuro; dal pensiero operatorio-concreto
passano a un pensiero ipotetico-deduttivo, grazie al quale sviluppano la
capacità di mettere in discussione ciò che vedono, e quindi anche i loro adulti
di riferimento. Insomma i ragazzi iniziano a formare il loro pensiero e a
volerlo far valere. Si capisce come le emozioni,
in questa fase di transizione, sono sicuramente molto intense, improvvise e
mutevoli: così possono passare da un momento all’altro dall’euforia a una
profonda tristezza, a volte apparentemente senza motivo.
Queste
trasformazioni individuali hanno necessariamente una conseguenza anche sul
piano relazionale: dai 10-11 anni
per ogni ragazzo cambia completamente la relazione con i propri coetanei che
acquistano sempre più un ruolo di rilievo. Prima in gruppi dello stesso sesso,
poi in compagnie allargate a maschi e femmine, i ragazzi e le ragazze fanno
insieme l’esperienza di confrontarsi alla pari, di confidarsi e di sostenersi
nelle difficoltà, diventando l’uno per l’altro un punto di riferimento a cui
guardare e a cui ispirarsi. Nel gruppo sperimentano e scoprono la potenza delle
nuove abilità; e, non da ultimo, insieme ai coetanei si scoprono anche le
relazioni affettive e la propria sessualità.
IL
NUOVO RUOLO DEI GENITORI
E
di fronte a questi grandi cambiamenti i genitori come si sentono? Come cambia il rapporto con i loro figli?
E come muoversi con loro? Nella discussione sono emerse alcune preoccupazioni e
alcuni temi di interesse per i partecipanti (quasi tutti genitori di figli
preadolescenti) come le tematiche della sessualità, delle regole e dei limiti,
dello scontro e dei litigi ed è emerso come un bisogno importante quello di
confrontarsi con gli altri genitori. Insieme agli psicologi è stato possibile
mettere a fuoco come questa fase sia un momento di passaggio non solo per i
figli, ma anche per i loro genitori, che si trovano infatti per la prima volta
a dover dare una nuova forma al loro ruolo genitoriale. Infatti nella
preadolescenza il genitore viene spogliato dai figli di quel senso di
onnipotenza e infallibilità che gli avevano attribuito nell’infanzia: diventa
così difficile per il genitore trovare un punto di accordo con il figlio,
imporre delle regole e molto spesso si trova a scontrarsi con quel ragazzo che
solo pochi mesi prima era un “tenero bambino”. Il genitore vive l’esperienza di
vedere crescere l’autonomia del proprio figlio, che per diventare grande ha
proprio bisogno di sperimentarsi fuori casa, di mettersi in gioco con le nuove
competenze acquisite, fuori dalla famiglia, insieme ai suoi coetanei. Spesso
questo movimento di individuazione e separazione porta i figli a vivere la
propria casa “come un albergo”. Nella preadolescenza (e poi nel corso di tutta
l’adolescenza) i genitori hanno proprio questa complessa funzione di essere il
porto sicuro a cui tornare una volta sperimentato il mondo esterno,
ristabilendo un nuovo e necessario
equilibrio tra limiti e libertà, ogni volta che sarà necessario.
Spesso
i genitori vivono questo periodo della preadolescenza dei propri figli con
molte sfumature di emozioni che vanno dalla preoccupazione per i rischi, alla
rabbia per gli scontri e i litigi, alla malinconia per il periodo dell’infanzia
e alla gioia e alla soddisfazione di vedere il proprio piccolo adolescente che
cresce.
In
questa fase può essere importante cercare un sostegno psicologico al rapporto
genitori-figli, perché spesso prendersi il proprio tempo per riflettere è utile
a fare chiarezza sulla situazione, ad aprire nuovi canali comunicativi e a
ristabilire una nuova rotta in una relazione che continua a prendere direzioni
nuove e, a volte, inaspettate.
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